LA RAGAZZA LUPO CAP.3



Questa volta siamo stati puntuali, quindi ecco il terzo capitolo della “Ragazza lupo”!
Dove eravamo rimasti?
Giusy è stata sgridata dal padre perché era andata alla festa di Francesco quindi era scappata in lacrime nel bosco…

LA RAGAZZA LUPO: CAPITOLO 3

A un tratto vidi una casa, dalla quale uscì una ragazza con capelli lunghi, che, come fermaglio aveva un ragno. Era una strega. Mi salutò dicendomi: - Ciao Giusy, entra, ho visto tutto. -
Io le chiesi insospettita come facesse a conoscere il mio nome.
Lei finse di non avermi sentita e disse soltanto: - Il mio nome è Alessia, ti piacerebbe essere umana per sempre? - le risposi di sì. La strega mi disse che vi era una condizione: avrei dovuto darle il mio ululato, lo stesso ululato che due anni prima mi aveva riportato in vita.
Accettai  lo specchio che mi diede in cambio, dicendomi di specchiare la luna, poi di darle il mio ululato. Una volta che glielo diedi,  la strega disse:  – Vai e mi raccomando, non dovrai mai baciare il tuo amato, altrimenti il patto con me sarà rotto. - 
La ringraziai.

Quando arrivai appena fuori dal villaggio, vidi Francesco che mi aspettava e che subito mi chiese dove fossi finita e dove fossi stata. Io gli risposi che erano cose da ragazze, non potevo mica parlare di tutto con lui!
Passarono i giorni e stavamo sempre insieme, raccoglievamo bacche e passeggiavamo, ma un giorno quando andai alla sorgente per lavarmi, il signor Gennaro mi seguì, prese un’ascia, ma non si accorse di una tarantola che era proprio sul suo collo. Volò quindi in un cespuglio e io urlai: - Chi va là!?- Uscii dalla sorgente vestendomi, ma non ottenni alcuna risposta.
Incontrai Francesco vicino ad un punto isolato non lontano dal lago dove c’erano petali di rosa che scorrevano e lanterne a forma di cuore.
Mi disse che ero la cosa più bella che gli fosse mai capitata. Ci baciammo. Mi venne subito in mente Alessia ed esclamai: - Oh no! - .
 Francesco mi chiese se non mi fosse piaciuto. Io gli dissi che certamente mi era piaciuto, ma dovevo proprio andare…
Nel bel mezzo del villaggio, mi spuntarono la coda, le orecchie e i denti. Mi guardai intorno e vidi che tutti gli sguardi della gente erano puntati su di me. Mi urlarono che ero un mostro e un demone. Tra tutte le persone Gennaro prese un fucile e urlò che voleva vedermi morta. Ero circondata quando a un tratto sbucò dall’alto mio padre. Gennaro stava per spararci, ma Francesco lo vide e gli saltò addosso. Noi scappammo. Una volta arrivati alla tana mio padre disse: - Te l’avevo detto, l’importante è che tu stia bene! Ora vado a svegliare gli altri e partiamo. - Gli chiesi  perché dovessimo affrettarci a partire. Mio padre mi rispose che mi sarebbero venuti a cercare. Mi fermai a guardare la luna su di una collinetta in lacrime. Ero di nuovo una lupa…
 Francesco, intanto, mi aveva raggiunta e mi chiese: - Perché non me l’hai detto? - Io gli risposi che se mi avesse vista così non mi avrebbe mai amata. - Guardami bene! Sono un mostro, un demone! - . Francesco mi disse che non era vero, mi avrebbe ancora amata, poi mi baciò…
A quel punto abbracciai Francesco e lo baciai di nuovo, questa volta da umana. Con il suo affetto Francesco mi aveva trasformata.

Mio padre ci vide e disse: - Il vostro è vero amore! - .........

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