ALTOLA' POLIZIA: PAROLA AGLI ESPERTI


Stamattina, 21 novembre, abbiamo avuto un incontro con il commissario Cesare Loredana, della polizia postale di Torino. 
Di questo incontro gli aspetti che sono rimasti più impressi nella mente di noi ragazzi sono: l’utilizzo delle armi da parte dei poliziotti e le conseguenze per i vari reati, ma abbiamo parlato anche del bullismo, del cyberbullismo e dell'utilizzo dei social. 
Abbiamo iniziato parlando del fatto che mentre ora tutte le conseguenze delle nostre azioni ricadono principalmente sui nostri genitori, da quando compiremo quattordici anni, inizieremo a prenderci direttamente la responsabilità di ciò che facciamo…
La maggior parte di noi, abituata a vedere i telefilm americani dove poliziotti bellissimi e quasi “indistruttibili” riescono a fermare pericolosi terroristi dopo mezz’ora di inseguimento e senza avere neanche un capello fuori posto, ha fatto molte domande riguardanti proprio l’uso delle armi. Ma i poliziotti, infrangendo i nostri ideali hollywoodiani, ci hanno spiegato che la pistola rappresenta l’ultima risorsa e che viene usata solo in situazioni di pericolo vitale.
Ci hanno anche informato che purtroppo già da un po’ di tempo a Torino si sono formate tantissime baby-gang, che compiono piccoli reati come il danneggiamento, ma la maggior parte di loro spaccia.
La vendita di droga porta a conseguenze molto gravi come il carcere o nelle migliori delle ipotesi la pena domiciliare, che consiste nel dover andare ogni giorno in commissariato a firmare la propria presenza.
Un altro reato molto grave è quello commesso per razzismo, in cui la pena e la cauzione possono anche essere raddoppiate. Ad esempio se per una rissa normale si riceve una multa di 200 euro (cifra stimata), in una rissa con l’aggravante razzista la multa può ammontare fino a 400 euro.
I reati che vengono commessi di più dai ragazzi della nostra età sono il bullismo ed il cyberbullismo, che si manifesta attraverso i social. In particolare abbiamo parlato del cyberbullismo e su questo tema abbiamo anche guardato un filmato in cui veniva spiegato che i ragazzi e le ragazze, usando molto i social, incorrono in rischi che magari nemmeno conoscevano. Ad esempio spesse volte non si conosce la persona e non si è certi dell’età della persona con cui si sta chattando.
Nonostante le minacce che si possono ricevere è importante denunciare e chiedere aiuto alle autorità che sapranno sicuramente come agire.
Secondo noi degli incontri così dovrebbero essere organizzati più spesso, in modo da poter insegnare l’educazione anche ai ragazzi più indisciplinati: crediamo che sia stato un incontro interessante e soprattutto molto utile.

Lara Falco, Carlo Catalano.


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