È TORNATO IL BURATTINO PIÙ FAMOSO DEL MONDO
Chi è che non ha
mai sentito parlare del piccolo burattino un po’ bugiardo e delle sue avventure
narrate da Carlo Collodi? Ebbene, la fiaba di Pinocchio torna al cinema proprio
oggi, giovedì 19 dicembre. Questa nuova trasposizione cinematografica è l’opera
ultima del regista Matteo Garrone che ha impiegato 4 anni di lavoro per far
rivivere sul grande schermo il burattino di legno.
Matteo Garrone ha voluto fortemente nei panni di
Geppetto l’attore Roberto Benigni, che ricordiamo essere stato l’unico attore
italiano ad aver ricevuto un Oscar come miglior attore.
La scorsa domenica Garrone e Benigni sono stati
ospitati da Fabio Fazio nel suo programma “Che tempo che fa” e voglio portare
alla vostra attenzione l’intervista (link all'intervista).
Pinocchio è senza dubbio la fiaba italiana più
conosciuta al mondo. Ci sono per i bambini degli insegnamenti
straordinariamente profondi: non dire le bugie (altrimenti ci si allunga il
naso), non frequentare persone cattive che vendono la felicità e il
nulla con poco (pensiamo a quanti adolescenti cadono in queste tentazioni..) e
che i miracoli esistono (si pensi alla Fata Turchina). Insomma un libro che il
grande regista italiano Fellini definiva sciamanico, o, come lo definisce
Benigni, “evangelico, sacro, misteriosissimo. La più grande fiaba misteriosa
che sia mai stata scritta”.
Benigni ha raccontato la grande emozione che ha
provato quando gli è stato chiesto di interpretare il ruolo di Geppetto, il
babbo più famoso che, come dice l’attore toscano, è “secondo solo a San
Giuseppe, falegname pure lui, stesso nome, anche lui con un figlio un po’
particolare… scappa di casa.. ne combina di tutti i colori… muore e poi
risorge”.
Garrone racconta di come sia stato difficile trovare
l’attore che interpretasse il burattino: del resto trovare un bambino capace di
sopportare 4 ore di trucco al giorno per tre mesi non deve essere stata
un’impresa semplice.
Una piccola ma interessantissima digressione sul tema
è stata fatta da Benigni quando ha raccontato della sua infanzia. Benigni, come
Pinocchio, fin da piccolo ha vissuto in una famiglia molto povera, una povertà
che ha definito “madre di tutte le ricchezze, una povertà aristocratica”; ha
poi continuato dicendo: “Non possedevamo niente e possedevamo tutto”.
Insomma non ci resta che andare al cinema e forse,
perché no, rileggere il libro di Collodi che narra la storia d’amore per
eccellenza perché alla fine al centro di tutto c’è l’amore: l’amore da cui
nasce la vita.
Giulia Bertolino



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