INSEGNARE E' CONDIVIDERE LE PASSIONI CON I RAGAZZI.
Intervista al professor Meloni
Il professor Meloni mi accoglie durante un'ora libera nella sua aula con il suo sorriso accogliente e quella serenità che trasmette ai suoi alunni.
Dopo un mio inizio un po' impacciato (dovuto forse all'emozione della mia prima intervista) ecco che quella che doveva essere un'intervista è diventata una gradevole chiacchierata.
Professore, che cosa ha provato quando ha saputo dell'inagibilità della scuola?
M. Fatica. Fatica perchè sapevo già delle difficoltà di un trasloco di una scuola che segue il progetto "Classi senza aule".
Com'è partito l'anno scolastico?
M. Con un po' di difficoltà specie legata alla sistemazione degli armadietti.
Come vede il futuro di "Classi senza aule"?
M. Io penso che presto il 50% delle scuole italiane aderirà al progetto.
Come immagina la futura scuola di Cumiana?
M. Immagino una scuola totalmente nuova: con delle classi più grandi, un teatro, una biblioteca, un cinema...
Ha mai studiato all'estero? E' da lì che è nato il suo progetto classi senza aule?
M. No. E' partito tutto da una frase che sentii una volta da un professore universitario che durante una lezione fece capire che potevano spostarsi gli alunni e non gli insegnanti. Avrebbe reso tutto più dinamico e più coinvolgente.
Come definirebbe il progetto in due parole?
M. Difficile ... due sole parole ... diciamo ... formativo per la vita.
Professore, lei è un insegnante di scienze, com'è nata la sua passione e com'è cambiato l'insegnamento da quando lei era studente?
M. La passione è nata per via di un'infanzia passata nei boschi. Per quanto riguarda l'insegnamento non è cambiato molto però è anche vero che ho visto fare cose che erano impensabili ai miei tempi.
Ad esempio?
M. Quello che facciamo noi in classe, quello per il quale si lavora per ragionamenti e non per studiare meramente la lezione.
In che cosa consiste il suo metodo d'insegnamento e da quanto tempo lo usa?
M. La matematica ho iniziato ad insegnarla in questo modo quando lavoravo a CFP (n.d.r. Centro di formazione professionale). Non c'era storia, era l'unico modo per arrivare agli studenti. Quello di scienze è nato grazie all'università.
In cosa consistono questi metodi?
M. Per la matematica consiste nel cercare il giusto ritmo per ogni ragazzino senza essere costretti ad aspettare chi ha un ritmo più tranquillo oppure a correre per stare dietro ai più veloci. Quello di scienze consiste nel capire che la scienza è diversa dalle altre materie. Non si può imparare la scienza così come si impara la storia o la geografia perché affronta questioni che non sono ancora risolte.
Che cosa prova un insegnante-genitore quando un figlio porta a a casa un brutto voto? Anche se lei ci dice sempre che i voti non sono la cosa più importante.
M. Un po' di frustrazione c'è ... un po' di dolore perché so cosa significa portare un'insufficienza a casa.
Tornando al metodo, perché ha sentito l'esigenza di cambiare?
M. Percepivo la sofferenza di alcuni ragazzini sia nel non riuscire ad andare alla velocità che volevano e sia nel dover rincorrere qualcuno. I ragazzini che andavano più serenamente erano "uccisi" dai ritmi dei più veloci e viceversa.
Cambiando argomento, quando è iniziata la sua passione per gli uccelli e da quanto tempo porta i ragazzi al campo dell'inanellamento?
M. Sono appassionato da sempre di ornitologia e dal momento in cui ho conosciuto un ornitologo che faceva questo lavoro ho preso la palla al balzo. Perché insegnare significa condividere le proprie passioni con i ragazzi.
Professore, essendo un insegnante di scienze, lei crede in Dio?
M. Direi che ... se stai parlando di un Dio cattolico no. Se stai parlando di qualcosa che l'uomo non è ancora riuscito a raggiungere e che è irraggiungibile con la scienza io penso che qualcosa di strano alla fine dell'universo ci sia. Anche se Hawking sostiene che dal nulla possa nascere il tutto a prescindere dalla presenza di Dio, io non sono del tutto convinto che lui abbia ragione. C'è qualcosa di inspiegabile che rimarrà inspiegabile, che sia Dio, questo non lo so. Manca un pezzo a questo universo, non so se sia Dio. Credo che ci sia qualcosa che supera la scienza.
Ha un augurio da dare ai ragazzi di quest'anno?
M. Appassionatevi, mettetecela tutta.
Lara Falco
Brava Lara! Complimenti! Io credo che purtroppo sia vero anche il contrario...che dal Tutto possiamo ritrovarci con Nulla (penso a un film dei miei tempi "La storia infinita")...servono coraggio, impegno, amore, entusiasmo, cuore, condivisione, collaborazione e per me, a reggere tutto questo e perché il Tutto abbia un senso può esserci solo il gran burattinaio Dio
RispondiEliminaChe emozione leggere la prima intervista del nostro primo blog... Brava Lara, grazie Fabrizio, di tutto!
RispondiEliminaPs: Elisabetta
EliminaBrava Lara,mi é piacciuta molto la tua intervista al professor Meloni,abbiamo una futura giornalista in classe e non lo sapevamo
RispondiEliminaciaoooooooooooooooooooooooooooo
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